dicembre 25, 2008

Christmas...

Ah, un augurio di buon Natale a chiunque passasse di qui oggi.
Grazie a tutti.

Jacopo.

Dov’eravam rimasti?

Si riprende il filo del discorso dopo un lungo, lunghissimo silenzio. Il 22 novembre sembra un secolo fa, anche se in realtà il tempo sembra passare al ritmo dei cambiamenti meteorologici texani, dove si va dai 25 gradi alle tempeste di ghiaccio. Nello stesso giorno. I più anziani dicono che il surriscaldamento del globo e il distaccamento delle calotte polari non c'entrano, questo accadeva anche quando non c'erano ancora le automobili. Ci si fida dei vecchi veterani dal forte accento del sud.

E come, secondo alcuni teoremi matematici, tra i 25 gradi e la tempesta di ghiaccio qualcosina in mezzo ci deve pur stare, così dal 22 novembre a oggi (vigilia di Natale) qualcosina nel mezzo, per transività, ci dev'essere. E tra gli imprevedibili e frustranti tempi meteorologici da includere senza dubbio la notte gelida del 14 dicembre. Texas Stadium, i Giants (team di football di NY ndr.) visitano i padroni di casa Cowboys (team di Dallas, e come poteva non essere). Si entra al Texas Stadium, impianto che verrà demolito per far spazio al nuovo e modernissimo stadio prossimo probabilmente ai 100000 posti, con una certa calura. Tanto per intendersi, come già accennato è il 14 dicembre ma siamo in jeans e maglietta a maniche corte alle 6, ora locale del pomeriggio. Si esce dallo stadio alle ore 10 e 30, ora locale della sera, con un venticello che tira sui 25-30 miglia ogni ora e il termometro che è sceso ai quasi a 32 gradi. Fahrenheit (32 F=0° C, ndr.). E si indossa, da ingenui turisti in terra straniera, gli stessi jeans e t-shirt con cui eravamo entrati 4 ore prima. Ah no a dire la verità, il fedele compagno di avventura, ha anche la maglia di Eli Manning (quarterback dei Giants, ndr.) che tuttavia, a giudicare dalla sua espressione non sembra coprire più di tanto. Il quarto d'ora di cammino successivo, tanto ci vuole per raggiungere l'auto parcheggiata nemmeno troppo lontano dallo stadio, è un'odissea, tra il gelo e le osservazioni poco carine della gente di Dallas in riguardo alla maglia del quarterback newyorkese, che tuttavia non aiutano a scaldare né animi, né ambiente. L'arrivo all'autovettura è così accompagnato da note di chiaro sollievo contornate da imprecazioni di vario genere (italiano per me, inglese per il fido compare). Apparte ciò, serata memorabile.

Tornando al presente, oggi, Dicembre 24, giornata strana. 25 gradi, a guardar fuori sembra il 25 aprile. Strano il tempo qua, e strano è il modo in cui sembra passare. Stagioni indefinite, tempeste inaspettate, uragani, giornate primaverili il 24 dicembre. Tutto questo è sinceramente inusuale e contribuisce a creare una certa confusione con la percezione del tempo che passa, più che mai sballata. 134 giorni sembravano un'eternità ieri, sembrano un volo oggi. E in questo strano fluire temporale cerco metodicamente di trovare una risposta al come e al perché, illudendomi che lo scriteriato meteo texano, possa appagare i miei vuoti conoscitivi. In realtà l'illusione dura poco, e in un attimo capisco che di aver commesso un errore soltanto pensando a cercare di capire come il tempo si comporta. Soprattutto in Texas. Abbandono, molto saggiamente, tornando a pensieri molto più terreni come il fatto che questo Natale sarà in ogni modo diverso.

88863 km da casa (grazie google) non sono pochi, anzi a pensarci son proprio tanti. Ma dopotutto quei 4-5 chili che potevo prendere in Italia tra Natale e Capodanno, son qualcosa che le distanze non impediranno di accumulare. Se proprio dobbiamo dire la verità muovendosi verso la sinistra dell'oceano quelle 4-5 misure, raddoppiano, forse triplicano, nella durata del programma AFS (Another Fat Student, il redattore suggerisce).

L'ora si fa tarda, mi scuso per la divagazione noiosa e contorta che tuttavia ha caratterizzato la mia permanenza quaggiù nell'ultimo mese. Niente più lasciarsi andare a certi desideri oltremodo pretenziosi di descrivere sentimenti ed emozioni (quel compito lasciamolo ai "blogghi di emmessenne", ma quella è un'altra storia, e senza polemica eh!). Niente più ambizioni nel cercare di captare i modi e le ragioni del meteo texano, compito probabilmente più difficile che trovare una spiegazione filosofica allo scorrere del tempo. Non sono pronto a tutto ciò. No, ancora no.


 

Jacopo.